Arpad Weisz: l’allenatore ebreo
Ho deciso di disegnare questa storia nel 2010, dopo avere letto il libro di Matteo Marani “Dallo scudetto ad Auschwitz”.
Non è stato un lavoro realizzato su commissione, né per qualche occasione particolare.
Ho semplicemente subìto le suggestioni di un testo che ritengo importante, educativo e sempre attuale.
Un libro che si confronta con temi prossimi a noi tutti: la nostra città , il pallone (o futbà ll, come dicono i vecchi) e la storia, con le sue pagine scomode e a volte volutamente dimenticate.
Io non sono uno scrittore, non ho tale pretesa. Il mio strumento è il disegno, e tradurre in immagini la storia di Arpad Weisz è stato per me spontaneo, seppure non privo di difficoltà , necessario, in quel momento della mia vita.
E l’ho fatto per me, e magari per mostrarlo a qualche persona a me cara.
Poi è venuta la collaborazione con il progetto “W IL CALCIO” e l’amicizia con Fausto Viviani. Condividiamo il pensiero che il calcio, e lo sport in generale, possa essere un importante veicolo di trasmissione di valori e memorie da tramandare ai più giovani, dando loro la consapevolezza che lo sport è anche altro rispetto a quello che sono abituati a vedere tutti i giorni sui media.
Lo sport è cultura, fratellanza, è storia. E ogni mezzo, letterario, visivo, musicale, è lecito per condividere con gli altri questo proposito.